Commissione Europea: il Libro bianco sulle pensioni
La Commissione Europea ha presentato, in data 16 febbraio 2012, il Libro bianco dal titolo "Un'agenda dedicata a pensioni adeguate, sicure e sostenibili".
La pubblicazione rappresenta un piano nel quale si delinea il futuro dei sistemi pensionistici nei paesi dell’Unione Europea, basato soprattutto sui presupposti dell’ampliamento della partecipazione di uomini e donne all’attività professionale per tutto l’arco della vita e sulla sicurezza del risparmio destinato alle pensioni complementari.
Nel Libro bianco si propone, in particolare, di:
creare migliori opportunità per i lavoratori anziani, sollecitando le parti sociali ad adattare il posto di lavoro e le prassi sul mercato del lavoro e facendo ricorso al Fondo sociale europeo per reinserire i lavoratori anziani nel mondo del lavoro;
sviluppare sistemi pensionistici privati complementari incoraggiando le parti sociali a porre in atto tali sistemi e incoraggiando gli Stati membri a ottimizzare gli incentivi fiscali e di altro genere;
potenziare la sicurezza dei sistemi pensionistici integrativi, anche mediante una revisione della direttiva sugli enti pensionistici aziendali o professionali e una migliore informazione dei consumatori;
rendere le pensioni integrative compatibili con la mobilità, varando leggi a tutela dei diritti pensionistici dei lavoratori mobili e promuovendo l'istituzione di servizi di ricostruzione delle pensioni in tutta l'UE;
incoraggiare gli Stati membri a promuovere vite lavorative più lunghe, correlando l'età della pensione con la speranza di vita, limitando l'accesso al pre-pensionamento e eliminando il divario pensionistico tra gli uomini e le donne;
continuare a monitorare l'adeguatezza, la sostenibilità e la sicurezza delle pensioni e sostenere le riforme pensionistiche negli Stati membri.
Il Libro bianco, inoltre, riflette anche i risultati della vasta consultazione avviata nel luglio 2010 con il Libro verde ‘Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa’, alla quale hanno risposto numerose parti interessate fra cui il Parlamento europeo, il Comitato economico e sociale europeo ed il Comitato delle regioni.
fonte Ministero del Lavoro
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