Min.Lavoro: programma-obiettivo per l'incremento e la qualificazione dell'occupazione femminile

 

Il  Comitato nazionale di parità e pari opportunità nel lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali pubblica, sulla Gazzetta Ufficiale n. 159 del 10 luglio 2010, il Provvedimento 9 giugno 2010 con il Programma-obiettivo per l'incremento e la qualificazione dell'occupazione femminile, per il superamento delle disparità salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili e per la creazione di progetti integrati di rete.

 

 

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 

PROVVEDIMENTO 9 giugno 2010
 

Programma-obiettivo   per   l'incremento    e    la    qualificazione
dell'occupazione  femminile,  per  il  superamento  delle  disparita'
salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo sviluppo e
il consolidamento di imprese femminili e per la creazione di progetti
integrati di rete. (10A08176) 

 
                            IL PRESIDENTE 
                  del Comitato nazionale di parita' 
                   e pari opportunita' nel lavoro 
 
  Vista la legge 10 aprile 1991, n. 125, concernente «Azioni positive
per la realizzazione della parita' uomo-donna nel lavoro»; 
  Visto il decreto legislativo 11 aprile 2006,  n.  198,  concernente
«Codice delle pari opportunita' tra uomo e donna, a norma dell'art. 6
della legge 28 novembre 2005, n. 246»; 
  Visto l'art. 10, lettera c) del predetto decreto ove si  stabilisce
che il Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parita' di
trattamento  ed  uguaglianza  di  opportunita'   tra   lavoratori   e
lavoratrici di cui all'art. 8,  primo  comma  del  medesimo  decreto,
formuli, entro il 31 maggio di ogni anno, un programma-obiettivo  nel
quale vengono indicate le tipologie di progetti  di  azioni  positive
che intende promuovere, i soggetti ammessi per le  singole  tipologie
ed i criteri di valutazione; 
  Visto  il  decreto  legislativo  25  gennaio  2010,  n.  5,  e   in
particolare l'art. 1, comma 4, lettera i-ter) ai sensi del  quale  il
Comitato nazionale  per  l'attuazione  dei  principi  di  parita'  di
trattamento  ed  uguaglianza  di  opportunita'   tra   lavoratori   e
lavoratrici  provvede,  anche  attraverso  la  promozione  di  azioni
positive, alla rimozione degli ostacoli  che  limitino  l'uguaglianza
tra uomo e donna nella progressione professionale e di carriera, allo
sviluppo di misure per il reinserimento della donna lavoratrice  dopo
la maternita', alla piu' ampia diffusione del part-time e degli altri
strumenti di flessibilita' a livello  aziendale  che  consentano  una
migliore conciliazione tra vita lavorativa e impegni familiari; 
  Visto il decreto interministeriale 15 marzo 2001, pubblicato  nella
Gazzetta Ufficiale n. 132 del 9 giugno 2001, concernente  «Disciplina
delle modalita' di presentazione,  valutazione  e  finanziamento  dei
progetti di azioni positive per la parita' uomo-donna nel  lavoro  di
cui alla legge 10 aprile 1991, n.  125»,  successivamente  modificato
dal decreto interministeriale 22  settembre  2005,  pubblicato  nella
Gazzetta Ufficiale n. 296 del 21 dicembre 2005; 
  Visto il decreto 23 maggio 2008 concernente «Delega di attribuzione
del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali,  per
taluni atti di competenza dell'Amministrazione, al Sottosegretario di
Stato sen. Pasquale Viespoli»; 
  Considerato  che   le   caratteristiche   del   programma-obiettivo
riguardano: 
    un  investimento  qualitativo  su  un  numero  piu'  limitato  di
progetti di azioni positive; 
    la ripresa di azioni positive all'interno delle aziende  e  delle
organizzazioni rivolte alle donne entrate in questi ultimi  anni  nel
mondo del lavoro; 
    la promozione di azioni positive  nell'ambito  di  interventi  di
sviluppo locale e derivanti dalla programmazione negoziata; 
  Considerato che per quanto riguarda gli aspetti di  qualita'  e  la
necessaria ottica di genere e' essenziale incidere  sui  fattori  che
creano condizioni di disparita' al fine di eliminarli per favorire la
permanenza, il consolidamento  e  l'avanzamento  professionale  delle
donne attraverso: 
    azioni di sistema che tengano conto del complesso contesto in cui
le donne agiscono; 
    azioni intensive che continuino nel tempo; 
    azioni  innovative  rispetto  agli  obiettivi  che  si   vogliono
perseguire; 
    azioni di sistema  che  tengano  conto  delle  indicazioni  della
strategia di Lisbona, del Piano Italia 2020 e della Carta delle  pari
opportunita'; 
  Il Comitato nazionale di parita' e  pari  opportunita'  nel  lavoro
formula per l'anno 2010 il «Programma-obiettivo per l'incremento e la
qualificazione della occupazione femminile, per il superamento  delle
disparita' salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo
sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per  la  creazione
di progetti integrati di rete.». 
  Si tratta di azioni positive che hanno l'obiettivo di: 
    1) promuovere, al proprio interno, la presenza delle donne  negli
ambiti  dirigenziali  e  gestionali  mediante  la  realizzazione   di
specifici percorsi formativi volti all'acquisizione di competenze  di
vertice e/o di responsabilita' e l'attuazione di buone e nuove prassi
per un piano di concreto inserimento nelle  strutture  esecutive.  Il
piano va validato da lettera di impegno  del  legale  rappresentante.
Per gli organismi di carattere elettivo non e' vincolante la  stesura
del piano di inserimento, bensi' viene richiesta l'individuazione  di
azioni positive per aumentare la rappresentanza di genere. 
  Destinatarie/i   delle   azioni   sono:   occupate/i,   iscritte/i,
associate/i; 
    2)  modificare  l'organizzazione  del  lavoro,  del  sistema   di
valutazione delle prestazioni  e  del  sistema  premiante  aziendale,
adottando la certificazione di genere, sperimentando nuove prassi per
favorire la conciliazione e attuando azioni integrate  che  producano
effetti concreti misurabili e documentabili in termini di: 
      superamento delle discriminazioni di genere; 
      superamento del differenziale retributivo tra donne e uomini; 
      progressione  delle  carriere  femminili  anche   per   un'equa
distribuzione degli incarichi; 
      adozione   della   strategia   comunitaria   in   materia    di
occupabilita' femminile con i criteri di flessicurezza; 
      adozione di strumenti di valutazione e di  autovalutazione  nei
sistemi organizzativi aziendali per misurare e valutare i livelli  di
attuazione di  politiche  di  pari  opportunita'  (certificazione  di
genere). 
  I   progetti   dovranno   prevedere   almeno   due   delle   azioni
sopraelencate. 
  Destinatarie/i delle azioni sono: occupate/i; 
    3) sostenere iniziative per: 
      a.  lavoratrici  con  contratti   di   lavoro   non   a   tempo
indeterminato in particolare giovani neolaureate e  neodiplomate.  Le
azioni  proposte  dovranno  mirare  a  stabilizzare   la   situazione
occupazionale,  in  una  percentuale  non  inferiore  al  50%   delle
destinatarie dell'azione, favorendo anche la crescita professionale e
implementando percorsi formativi qualificanti, che ne  migliorino  le
competenze e l'occupabilita'. La stabilizzazione va effettuata  entro
i termini di chiusura del progetto; 
      b.  disoccupate,  inattive,  in  cassa  integrazione   e/o   in
mobilita', con particolare attenzione a quelle di  eta'  maggiore  di
quarantacinque anni. Il progetto puo' essere proposto da  aziende,  o
per conto di aziende, o da quanti  intendano  effettivamente  attuare
iniziative mirate all'inserimento  e/o  reinserimento  lavorativo  di
almeno  il  50%  delle  destinatarie  di  questo   specifico   target
attraverso azioni  di  formazione,  orientamento  e  accompagnamento.
L'assunzione va effettuata entro i termini di chiusura del progetto; 
      c. agevolare l'inserimento e/o il reinserimento  lavorativo  di
donne      attraverso      azioni       di       formazione,       di
qualificazione/riqualificazione,   orientamento   e   accompagnamento
finalizzate  all'acquisizione  di  competenze  per  la  creazione  di
imprese da costituirsi entro i  termini  di  chiusura  del  progetto.
Destinatarie delle  azioni  sono  giovani  laureate  e  neodiplomate,
lavoratrici in situazioni di precarieta', disoccupate madri, donne di
eta' maggiore di quarantacinque anni, immigrate. 
  I progetti dovranno  prevedere  solamente  una  tra  le  iniziative
sopraelencate; 
    4) consolidare imprese a  titolarita'  e/o  prevalenza  femminile
nella compagine societaria attraverso: 
      studi di  fattibilita'  per  lo  sviluppo  di  nuovi  prodotti,
servizi e mercati anche in settori emergenti come la Green Economy; 
      azioni di supervisione, supporto e accompagnamento  secondo  la
tecnica del mentoring  (imprenditori/imprenditrici  che  accompagnano
altre imprenditrici), e con supporto all'accesso al credito; 
      counselling alla gestione di impresa; 
      formazione,  mirata  all'attivita'  che  si  intende  svolgere,
altamente professionalizzante rivolta alla titolare o alla  compagine
societaria; 
      iniziative tra piu' imprese femminili per la definizione  e  la
promozione dei propri prodotti/servizi anche attraverso la  fruizione
in comune di servizi di supporto; la creazione  e  la  promozione  di
marchi; la  creazione  di  sistemi  consorziati  di  distribuzione  e
promozione nel mercato. 
  I   progetti   dovranno   prevedere   almeno   due   delle   azioni
sopraelencate. 
  Destinatarie/i delle  azioni  sono:  imprese  femminili  attive  da
almeno  due  anni  (con  documentazione  camerale  che  lo  attesti),
preventivamente identificate e indicate nel progetto.  E'  necessaria
lettera di adesione al progetto in originale di ogni singola  impresa
partecipante; 
    5) Promuovere la qualita' della vita personale  e  professionale,
anche per le lavoratrici migranti,  a  partire  dalla  rimozione  dei
pregiudizi culturali, attraverso la rimozione  degli  stereotipi,  in
un'ottica di pari opportunita', con azioni di sistema  integrate  che
tengano conto delle  indicazioni  delle  strategie  comunitarie,  che
producano effetti concreti sul territorio (incidendo anche sui  tempi
delle citta'), concordate e attuate da  almeno  tre  tra  i  seguenti
differenti soggetti, (rete formalizzata da un  protocollo  di  intesa
sottoscritto dalle parti):  associazioni  di  genere,  organizzazioni
sindacali, organizzazioni datoriali, enti pubblici,  associazioni  di
migranti, ordini professionali.  L'associazione  femminile  e  l'ente
pubblico dovranno essere obbligatoriamente tra i soggetti proponenti. 
  Destinatarie/i delle azioni sono persone che risiedono  nell'ambito
del territorio/i di riferimento dell'ente pubblico. 
  I soggetti finanziabili sono i datori di lavoro pubblici e privati,
le  cooperative  e  i  loro  consorzi,   i   centri   di   formazione
professionale accreditati, le organizzazioni  sindacali  nazionali  e
territoriali, le associazioni. 
  L'invio del  progetto  puo'  avvenire  anche  in  formato  digitale
utilizzando la Posta elettronica certificata (PEC). 
  Ai progetti inviati in formato cartaceo  deve  essere  allegato  un
CD-rom con il documento in formato digitale. 
  La durata massima  dei  progetti  non  potra'  essere  superiore  a
ventiquattro mesi. 
  Il  punto   del   programma   obiettivo   prescelto   deve   essere
espressamente indicato dopo il titolo del progetto. 
  La descrizione del progetto, articolato  nelle  sue  varie  fasi  e
comprensivo della scheda finanziaria, dovra' essere contenuta  in  un
testo massimo di venti pagine. 
  Non possono essere presentati progetti da parte  di  enti  pubblici
sia come soggetti proponenti che come soggetti partner  di  una  rete
(di cui al punto 5) qualora  essi  non  abbiano  approvato  il  piano
triennale di azioni positive: tale piano deve  essere  allegato  alla
domanda presentata. 
  Nel progetto devono essere documentate le competenze specifiche del
personale impegnato (in particolare formatori e  mentor),  rilevabili
dai curricula allegati e firmati in originale. 
  Gli accordi sindacali sulla cui base  sono  presentati  i  progetti
devono essere allegati al progetto stesso. 
  Nei processi formativi vanno definite le competenze in entrata e in
uscita. 
  Tenuto conto delle risorse a disposizione e per poter soddisfare un
maggior  numero  di  proposte  e'  previsto  un  tetto   massimo   di
finanziamento per progetto di € 200.000,00. 
 

     

 
    Roma, 9 giugno 2010 
 
                                        p. Il Presidente del Comitato 
                                         Il Sottosegretario di Stato  
                                                   Viespoli           
 

        
      

 

 


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