Governo: nuove sanzioni a carico del datore di lavoro che impiega lavoratori extracomunitari clandestini
Il Consiglio dei Ministri, nella riunione tenutasi in data 16 aprile 2012, ha approvato un provvedimento che prevede sanzioni a carico dei datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Lo schema di decreto, approvato in via preliminare, sarà inviato al parere delle Commissioni parlamentari.
Riportiamo il comunicato del Governo in merito al provvedimento:
Impiego di cittadini di Paesi
terzi con soggiorno irregolare
Il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri riguarda le sanzioni a
carico dei datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui
soggiorno è irregolare. Si tratta di un decreto che recepisce una direttiva
comunitaria del 2009 e va ad integrare le previsioni del "Testo unico
dell’immigrazione" del 1998.
Il nuovo regime sanzionatorio prevede che il datore di
lavoro che sia stato condannato, anche con sentenza non definitiva, per i
reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di reclutamento di
persone da destinare alla prostituzione o alla sfruttamento della
prostituzione, o di minori da impiegare in attività illecita, di
intermediazione illecita, di sfruttamento del lavoro o di assunzione di
lavoratori privi di permesso di soggiorno ovvero con permesso scaduto, non
potrà poi ottenere il nulla osta a successive attività imprenditoriali.
Al fine di favorire l'emersione degli illeciti si prevede,
per le sole ipotesi di particolare sfruttamento lavorativo, che lo straniero
che presenta denuncia o coopera nel procedimento penale possa ottenere, a
talune condizioni, il rilascio di un permesso di soggiorno di durata
temporanea (correlata alla durata del procedimento penale).
Viene, inoltre, previsto un efficace sistema di sanzioni pecuniarie
che vanno a colpire anche le persone giuridiche le quali si siano
avvantaggiate ricorrendo all’impiego di cittadini stranieri il cui soggiorno
è irregolare.
Si prevede infine una programmazione annuale dell’attività di
vigilanza sui luoghi di lavoro e la comunicazione annuale
da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, alla
Commissione europea, del numero totale di ispezioni effettuate l’anno
precedente e dei risultati delle stesse.
fonte: Governo
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