Governo e Parti Sociali: accordo sul trasferimento del TFR
E' stato sottoscritto il 23 ottobre 2006, presso la Presidenza del Consiglio, l'accordo Governo - Parti Sociali, per il trasferimento del TFR al fondo pensioni. Per divenire operativo, ovviamente, occorrerà che lo stesso sia recepito in un provvedimento normativo.
Ritenendo di fare cosa utile la DPL di Modena sottolinea quelli che, a suo giudizio, sono i punti essenziali dell'accordo:
la riforma del TFR scatterà dal 1° gennaio 2007 e riguarderà , al momento, le imprese che occupano più di 50 dipendenti;
dal 1° gennaio scatta la fase del silenzio assenso per la previdenza integrativa, per le compensazioni previste in favore dei datori di lavoro in occasione del trasferimento delle somme relative al TFR all'INPS o ai fondi pensione;
il silenzio assenso è un istituto attraverso il quale la quota di TFR finora detenuta dal datore di lavoro è trasferita ad un fondo pensione negoziale. Chi è contrario, lo dovrà comunicare esplicitamente ed in questo caso le somme accantonate, a titolo di TFR, andranno su un fondo "ad hoc" dell'INPS. Ovviamente, ciò riguarderà soltanto le imprese con un numero di dipendenti superiore a 50. La fase del silenzio assenso dura 6 mesi (fino al 30 giugno 2007) per coloro che sono in servizio. Per i dipendenti che, invece, saranno assunti dal 1° gennaio 2007 in poi, i 6 mesi decorreranno dalla data di inizio del rapporto;
la riforma riguarda il TFR che maturerà a partire dal 1° gennaio 2007;
i versamenti al fondo di categoria saranno utili per la costituzione di una rendita di natura previdenziale. La stessa cosa avverrà per chi opterà in favore dell'INPS;
nelle aziende con un organico inferiore alle 50 unità, i lavoratori potranno chiedere di versare le quote TFR, che matureranno, ad un fondo di categoria. Ovviamente, se ciò non accadrà, le quote stesse resteranno a disposizione del datore di lavoro;
nulla cambierà per quel che concerne
l'anticipo del Trattamento di Fine Rapporto quale già previsto nelle ipotesi
individuate dalla legge 297/1992, poi inserite nel Codice Civile.
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