F.A.Q. sulla regolarizzazione delle Colf e Badanti

Le risposte fornite sono date sulla base della normativa legale, amministrativa e contrattuale

 

la pagina dedicata alla regolarizzazione

 

 

Chi può avanzare istanza di regolarizzazione?

I cittadini italiani o quelli comunitari (residenti in Italia), o i datori di lavoro extra comunitari in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo (art. 9 del D.L.vo n. 276/2003) o della carta di soggiorno in quanto familiare di cittadino comunitario (D.L.vo n. 30/2007) che hanno alle dipendenze almeno dal 1° aprile 2009 cittadini italiani, comunitari o stranieri addetti ad attività di assistenza propria, in quanto portatore di handicap, o di un membro della famiglia non autosufficiente, o addetti al lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare. 


 

Esistono, ai fini dell’emersione,  persone giuridiche “equiparate” ai datori di lavoro domestici?

La circolare INPS n. 101/2009 risponde positivamente, e vi comprende le convivenze in comunità religiose( conventi, seminari), militari (caserme, comandi), comunità senza fini di lucro (ricovero per anziani, orfanotrofi), case famiglia per portatori di handicap, per ragazze madri, per recupero di alcoolisti o tossico dipendenti, ecc. 


 

Entro quale periodo va presentata l’istanza di emersione?

Il periodo è compreso tra il 1° ed il 30 settembre 2009.


 

Se il lavoratore “in nero” è italiano o comunitario a chi ci si deve rivolgere?

L’istanza va presentata  all’INPS, con la compilazione del modello LD – EM2009 UE, scaricabile dal sito dell’Istituto. La modalità di presentazione può avvenire:

a) attraverso in numero gratuito 803164 del centro di contatto;

b) attraverso la procedura on-line dell’INPS;

c) attraverso lo sportello INPS, allegando copia del documento di identità del datore di lavoro;

d) con lettera raccomandata AR, con fotocopia del documento di identità del datore di lavoro. 


 

La comunicazione obbligatoria di assunzione all’INPS va effettuata?

Prevista dall’art. 16 – bis della legge n. 2/2009, essa è assolta con la presentazione del modello LD – EM2009 UE.


 

Va pagato un contributo forfetario, prima della presentazione dell’istanza di legalizzazione, sia per la procedura INPS che per quella avanti allo Sportello Unico per l’Immigrazione?

Si, ciò è possibile a partire dal 21 agosto, attraverso il modello F24, predisposto dalla risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 209/E dell’11 agosto 2009. Se si tratta di un lavoratore italiano o comunitario va inserito il codice tributo RINT, se si tratta di un extra comunitario il codice è REXT. La somma è pagabile in banca, presso gli uffici postali o con modalità on-line.


 

Se un datore di lavoro italiano,  comunitario o extra comunitario titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo (art. 9 D.L.vo n. 286/1998) o carta di soggiorno (D.L.vo n. 30/2007)  ha alle proprie dipendenze un lavoratore extra comunitario “in nero” ma in possesso di regolare permesso di soggiorno per lavoro subordinato, cosa deve fare?

Deve presentare istanza all’INPS (v. circ. n. 101/2009), ma resta l’obbligo del contratto di soggiorno (modello Q), secondo al previsione contenuta nel DPR n. 334/2004.


 

Per la legalizzazione di italiani e comunitari presso l’INPS c’è un limite numerico di ore o è richiesto un reddito particolare?

Non ci sono limiti minimi orari, né è richiesto un “minimum” di reddito.


 

Cosa deve fare il datore di lavoro che intende regolarizzare un cittadino extra comunitario?

Deve presentare un’istanza, in via esclusivamente telematica, allo Sportello Unico, utilizzando sia il modello (rispondendo a tutte le voci che interessano), che la procedura prevista sul sito del Ministero dell’Interno (www.interno.it). 


 

Quanti lavoratori possono esser regolarizzati?

Un collaboratore familiare e, a certe condizioni, due badanti.  


 

E’ previsto un reddito minimo per la legalizzazione di un collaboratore familiare?

Per l’assunzione di un collaboratore familiare è previsto un reddito minimo pari a 20.000 euro. Nel caso in cui il datore di lavoro non raggiunga il reddito previsto, questo può essere integrato dagli altri componenti della famiglia. In questo caso (somma di più redditi) il reddito minimo richiesto deve essere pari a  25.000 euro. Il reddito è quello desumibile dalla denuncia dell’anno 2008 che andrà portata, in visione, all’atto della convocazione per la stipula del contratto di soggiorno. 


 

E’ previsto un reddito minimo per la legalizzazione di un badante?

No. 


 

E’ previsto un “minimum” di orario contrattuale?

Si, almeno 20 ore settimanali, con lo stesso datore di lavoro che presenta la domanda, non essendo possibile sommare più rapporti di lavoro. 


 

Da un punto di vista contrattuale va specificato il livello?

Si, atteso che quello di badante è, ad esempio, superiore a quello di colf. 


 

Vanno indicati, nell’istanza, gli estremi del pagamento del contributo forfetario?

Si: lo stesso va portato in visione all’atto della stipula del contratto di soggiorno. I 500 euro “coprono” il periodo tra il 1° aprile ed il 30 giugno.  


 

Sono deducibili dall’IRPEF i 500 euro?

No e, al contempo, non sono restituibili in caso di non accoglimento dell’istanza. 


 

I contributi per il lavoro domestico, successivi alla legalizzazione (a partire dal 1° luglio 2009) sono deducibili ai fini dell’IRPEF?

Si, nei limiti di 1.549,37 euro l’anno.


 

L’impiego di una badante, per assistere un familiare non auto sufficiente, da luogo a sconti IRPEF?

Si, nella misura del 19% per un massimo di 2.100 euro, a condizione che il reddito complessivo non superi i 40.000 euro. 


 

La procedura on-line consente  l’emissione di una ricevuta?

Si; essa sarà disponibile e scaricabile (in formato pdf) all'interno del sito del Ministero dell'Interno, con codici univoci di identificazione, entro 72 ore dalla presentazione dell’istanza ed è inviata alla casella e-mail da dove è stata inoltrata la domanda. Copia della ricevuta va fornita al lavoratore. La ricevuta rimarrà a disposizione a tempo indeterminato.


 

La presentazione della domanda di legalizzazione ha effetti su eventuali domande ancora giacenti presso lo Sportello Unico per i flussi relativi agli anni precedenti?

Si: essa determina esplicitamente la rinuncia. 


 

Cosa si intende per nucleo familiare?

Ci si riferisce a quello risultante dalla documentazione anagrafico – fiscale. 


 

Cosa occorre produrre in caso di legalizzazione di badanti?

Occorre produrre una certificazione rilasciata dall’ASL o dal medico di base, attestante la limitazione dell’autosufficienza della persona per la quale è stata richiesta l’assistenza. Se la richiesta è per due persone, la certificazione deve attestare la necessità di entrambe. Se l’assistito è in possesso di un certificato rilasciato dalla Commissione medica presso l’ASL attestante la propria non autosufficienza, non c’è bisogno di altra certificazione (circ. n. 10/2009 Min. Interno – Lavoro). La certificazione medica non è autocertificabile ex DPR n. 445/2000. 


 

Se le parti non si presentano alla convocazione dello Sportello Unico per l’Immigrazione, per la stipula del contratto di soggiorno, cosa succede?

Salvo giustificato motivo, il procedimento viene archiviato ma da ciò potrebbero discendere controlli di varia natura (anche previdenziale) sulla regolarità dell’istanza. 


 

Cosa deve fare il lavoratore, una volta stipulato il contratto di soggiorno?

Deve sostenere gli oneri economici correlati al rilascio del permesso di soggiorno: a tal proposito gli verrà consegnato il modello 209. 


 

Cosa deve fare il datore di lavoro, una volta stipulato il contratto di soggiorno?

Deve comunicare all’INPS l’avvenuta regolarizzazione del rapporto ex art. 16 bis della legge n. 2/2009: in sede di regolarizzazione, comunque (v. circ. 10/2009) ci saranno operatori INPS che esplicheranno tale incombenza.

 

L’apertura della regolarizzazione quali effetti comporta sul datore di lavoro e sul lavoratore?

Essa determina (art. 1-ter, comma 8, della legge n. 102/2009) la sospensione dei procedimenti amministrativi e penali, fino al momento della conclusione dell’iter procedimentale. In particolare, sono sospesi quelli relativi all’ingresso ed al soggiorno nel territorio nazionale, con esclusione delle ipotesi ex art. 12 del D.L.vo n. 286/1998 e quelli relativi all’impiego di lavoratori anche se rivestano carattere finanziario, fiscale, previdenziale od assistenziale.  


 

La conclusione positiva della regolarizzazione cosa comporta?

La non punibilità amministrativa, finanziaria, fiscale, previdenziale, assistenziale e penale per le violazioni strettamente connesse al rapporto legalizzato. 


 

L’archiviazione del procedimento o la reiezione cosa comportano?

Da un punto di vista ispettivo possono portare ad accertamenti con il recupero dei contributi nei limiti della prescrizione quinquennale. 


 

Il cittadino extra comunitario può essere espulso in costanza di procedura di regolarizzazione?

No, tranne che (art. 1 –ter, comma 13, della legge n. 102/2009):

a) espulsione ex art. 13, commi 1 e 2, lettera c) del D.L.vo n. 286/1998 e art. 3 della legge n. 155/2005;

b) segnalazione, in base ad accordi o convenzioni internazionali, di non ammissione nel territorio italiano;

c) condanna, non definitiva, per uno dei reati ex articoli 380 e 381 c.p.p. 


 

Se il contratto di soggiorno è stato stipulato sulla base di dichiarazioni false, cosa succede?

Il contratto è nullo ex art. 1344 c.c. e l’eventuale permesso di soggiorno rilasciato è revocato. 


 

Se il rapporto di lavoro è iniziato prima del 1° aprile 2009, vanno pagati i contributi?

Si, ma per il versamento occorre attendere un decreto del Ministro del Lavoro (art. 1 – ter , comma 14, della legge n. 102/2009) con la quale saranno stabiliti gli importi. 


 

La falsità delle dichiarazioni, cosa comporta?

L’applicazione dell’art. 76 del DPR n. 445/2000 che si intendono equiparate (il riferimento è agli articoli 45 e 46 del DPR) a quelle rese a pubblico ufficiale.  Se il fatto è commesso con la contraffazione o l’alterazione di documenti, le pena va da uno a sei anni di reclusione, aggravata se il fatto è commesso da pubblico ufficiale.


 

Cosa va riportato nella riga "elementi identificativi" del modello F24?

Il numero di passaporto o di altro documento equipollente del lavoratore straniero extracomunitario.
Se il numero di caratteri identificativi del documento è superiore a 17, ne vanno indicati solo i primi 17.


 

Cosa deve fare il datore di lavoro nei confronti della Questura dopo la stipula del contratto di soggiorno con una colf o una badante convivente?

Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del D.L.vo n. 286/1998 deve comunicarlo all’autorità di Pubblica Sicurezza entro 48 ore dalla data di presentazione della domanda di regolarizzazione. L’obbligo c’è sempre nell’ipotesi in cui sia, comunque, assicurata la disponibilità di un alloggio sia di proprietà che in forma di godimento.


 

La mancata comunicazione alla Questura è punita?

Si, con la sanzione amministrativa da 160 a 1.100 euro.


 

Voglio regolarizzare una badante ma sono impossibilitato, per motivi fisici, ad andare allo sportello Unico per l'Immigrazione. Chi mi può sostituire?

Possono sostituirla: il coniuge, i figli o altri parenti in linea retta o collaterale fino al 3° grado. Nel caso di impossibilità da parte dei parenti, deve far ricorso a delega notarile.


 

Quale deve essere la durata del contratto di lavoro?

Il contratto di lavoro da stipulare deve essere a tempo indeterminato.


 

Per operare a supporto dei datori di lavoro nelle operazioni di regolarizzazione cosa bisogna fare?

Bisogna aver stipulato un protocollo di intesa con i Ministeri dell'Interno e del Lavoro. Sono validi gli accreditamenti già in essere.


 

Che tipo di certificazione devo avere per dichiarare che il lavoratore clandestino opera alle mie dipendenze da almeno il 1° aprile 2009?

La domanda di emersione costituisce una autocertificazione di quanto in esso dichiarato. E' appena il caso di ricordare che la presentazione di falsa dichiarazione o l'utilizzo di documenti contraffatti costituisce reato.


 

La regolarizzazione di extracomunitari può essere fatta solo per i clandestini o anche per chi ha un permesso di soggiorno diverso da quello abilitante al lavoro?

L'istanza di regolarizzazione può essere prestata in favore di stranieri che, pur regolarmente presenti sul territorio nazionale, non potevano essere assunti in quanto privi del titolo di soggiorno abilitante lo svolgimento di una attività lavorativa (ad esempio permesso di soggiorno per turismo, cure mediche, motivi religiosi, studio, ecc.).


 

Può essere regolarizzato l'extracomunitario con permesso di soggiorno scaduto da oltre 60 giorni e per il quale non è stato richiesto, nei termini, il rinnovo?

Sì. La regolarizzazione è possibile anche in questi casi.


 

Oltre ai 500 euro, va pagato altro?

Sì; va pagata la marca da bollo di 14,62 euro. Inoltre, nella domanda di regolarizzazione va indicato il numero del codice a barre della marca stessa che dovrà essere esibita al momento della convocazione presso lo Sportello Unico per l'Immigrazione.


 

Cosa succede se dopo la presentazione della domanda la persona "badata" cessa di vivere?

In questo caso la domanda viene rigettata, ferma restando la possibilità, per i familiari del deceduto, di subentrare nell'assunzione.


 

Se il passaporto dell'extracomunitario è in scadenza cosa deve fare?

Per la regolarizzazione occorre che il documento di riconoscimento sia in corso di validità. Nel caso in cui la domanda sia stata inoltrata indicando un documento scaduto o qualora il documento indicato sia scaduto nelle more della definizione della procedura, copia dello stesso dovrà essere esibita al momento della convocazione presso lo Sportello Unico per l'Immigrazione.


 

Se la carta di soggiorno è stata richiesta ma non ancora rilasciata, si può provvedere alla regolarizzazione di una colf o badante?

Sì; la dichiarazione può essere presentata anche dal cittadino straniero in possesso della ricevuta di richiesta di rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (c.d. carta di soggiorno).


 

Quale è il reddito da considerare per la regolarizzazione?

E' il reddito al lordo delle imposte. Possono essere presi in considerazione anche redditi esenti da dichiarazione annuale e/o CUD come, ad esempio, l'assegno di invalidità. Tale reddito dovrà essere, comunque, certificato.


 

Posso presentare un unico modello F24 per la regolarizzazione di 2 lavoratori?

Sì; è possibile utilizzare lo stesso modello F24 per regolarizzare la posizione contributiva di più lavoratori. E' importante che per ogni lavoratore si compili una riga del modello con gli elementi identificativi.


 

Ma quali sono i documenti equipollenti al passaporto?

I documenti equipollenti sono quelli previsti dalle istruzioni per la compilazione del modello di domanda di nulla osta al lavoro, reperibile sul sito del Ministero dell’interno:

– documento di viaggio per apolidi
– documento di viaggio per rifugiati
– titolo di viaggio per stranieri impossibilitati a ricevere un valido documento di viaggio dall’autorità del paese di cui sono cittadini
– lasciapassare delle Nazioni Unite documento individuale rilasciato al personale militare da un Quartier Generale della NATO
– libretto di navigazione per l’esercizio dell’attività marittima
– documento di navigazione aerea
– carta d’identità valida per l’espatrio per i cittadini di uno stato dell’U.E. o di altri stati aderenti all’ ”Accordo Europeo sull’abolizione del passaporto” (firmato a Parigi il 13.12.1957).


 

Nel caso il lavoratore svolga più mansioni, che tipo di inquadramento devo fare?

Il lavoratore addetto allo svolgimento di mansioni plurime, ha diritto all'inquadramento nel livello corrispondente alle mansioni prevalenti.


 

Qual'è la retribuzione  minima per il lavoratore?

Il minimo retributivo non può andar al di sotto dell'importo dell'assegno sociale che, per il 2009, è pari a 409,05 euro.


 

Qual'è l'età minima del lavoratore?

In Italia, l'età minima per l'ammissione al lavoro è fissata a 16 previa conclusione del periodo di istruzione obbligatoria. Per la documentazione comprovante l'adempimento scolastico, il Ministero dell'Interno ha così riportato: "la circostanza deve essere comprovata da idonea documentazione rilasciata da una scuola statale o da ente pubblico o altro istituto paritario secondo la legislazione vigente nel Paese di provenienza dello straniero, debitamente vistata, previa verifica della legittimazione del'organo straniero che ha rilasciato il predetto documento, da parte delle rappresentanze diplomatiche o consolari italiane".


 

Qual'è l'orario di lavoro da indicare: giornaliero o settimanale?

E' l'orario su base settimanale. Se si tratta di tempo pieno, va indicata la sigla TP.


 

Dove avverrà la convocazione per la regolarizzazione del lavoratore extracomunitario?

Presso lo Sportello Unico per l'Immigrazione della Provincia ove si svolge il lavoro.


 

Cosa si intende per "familiare" allorquando la norma parla di assistenza propria o di un familiare, anche non convivente, affetto da patologie che ne limitano l’autosufficienza?

In attesa di più autorevoli indicazioni si ritiene opportuno rifarsi ai “parenti e gli affini” legalmente tenuti all’assistenza a norma dell’art. 433 del codice civile: coniuge, figli e discendenti, genitori ed ascendenti, genero e nuora, suocero e suocera, fratelli germani ed unilaterali (analogamente a quanto previsto dalla modulistica ministeriale ai fini del rilascio del nulla osta al lavoro domestico nell’ambito dei flussi ordinari migratori : mod. A-DOM).


 

Quando deve essere pagato il forfait di 500 euro per i contributi ?

Il contributo forfetario può essere pagato fino al 30 settembre. La domanda di emersione va fatta dopo aver pagato il contributo forfetario perché sulla domanda vanno indicati gli estremi del versamento.


 

Chi sono i lavoratori comunitari?

Sono i lavoratori provenienti da: Italia, Germania, Francia, Lussemburgo, Olanda, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Austria, Spagna, Portogallo, Grecia, Danimarca, Svezia, Finlandia, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Slovenia, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Cipro, Romania e Bulgaria.


 

Cosa è il contratto di soggiorno?

E' un contratto che va obbligatoriamente stipulato avanti allo Sportello Unico per l'Immigrazione. Esso costituisce condizione obbligatoria per il rilascio del permesso di soggiorno. Dal contratto di soggiorno scaturiscono una serie di obblighi per il datore di lavoro (comunicazione di qualsiasi variazione concernente il rapporto di lavoro, garanzia che il lavoratore abiti in un alloggio idoneo, impegno al pagamento delle spese di viaggio per l'eventuale rientro o rimpatrio dello straniero nel Paese di provenienza).


 

Posso rivolgermi anche al mio Comune per la regolarizzazione di colf e badanti?

Sì; con l'accordo stipulato tra ANCI, Ministero del Lavoro e Ministero dell'Interno, in data 31 agosto 2009, sarà possibile regolarizzazione le colf e badanti anche presso i Comuni italiani.


 

Da chi devo andare per la regolarizzazione di una Colf extracomunitaria con regolare permesso di soggiorno assunta "in nero"?

Deve rivolgersi all'INPS, utilizzando la procedura in uso per la regolarizzazione di Colf e Badanti italiane o comunitarie (v. circolare Inps n. 101 del 10 agosto 2009 e messaggio Inps n. 19147 del 31 agosto 2009).


 

Cosa accade al datore di lavoro nel caso di rigetto dell’istanza di emersione per cause riguardanti lo straniero?  (faq Min.Interno)

Le cause ostative concernenti il lavoratore, che sono difficilmente conoscibili dal datore di lavoro con l’ordinaria diligenza sia al momento in cui ha di fatto assunto lo straniero sia alla data in cui presenta la domanda di emersione, non portano ad alcuna responsabilità in capo al datore stesso. Responsabilità che, invece emerge qualora il datore di lavoro mantiene il rapporto di lavoro irregolare, successivamente alla notifica del provvedimento di rigetto.


 

Nelle istruzioni del modello EM viene richiesta la documentazione dell’effettiva disponibilità dell’alloggio da parte del lavoratore, da presentare all’atto della convocazione presso lo Sportello unico unitamente al certificato di conformità dell’alloggio ovvero alla ricevuta di richiesta dello stesso. Cosa si intende per “effettiva disponibilità”? (faq Min.Interno)

Lo straniero non convivente con il datore di lavoro dovrà presentare la documentazione che dimostri la disponibilità di tale alloggio, (contratto di affitto, contratto di comodato, ospitalità ecc). Nelle more della definizione della procedura potrà richiedere il certificato di conformità dell’alloggio.


 

Nel caso si sia già ottenuto il nulla osta al lavoro a valere sul decreto flussi 2007 – 2008, ma il lavoratore non abbia provveduto a richiedere il visto di ingresso presso l’Ambasciata Italiana competente, si può presentare domanda di emersione?  (faq Min.Interno)

Si, è possibile.


 

Quali sono gli Enti e le Associazioni accreditate dal Ministero dell'Interno ai quali rivolgersi per la regolarizzazione di colf e badanti?

Ecco l'elenco delle Associazioni ed i Patronati accreditati.


 

Se sul modello F24 – versamenti con elementi identificativi, viene indicato un codice fiscale errato o vengono omessi degli elementi cosa succede??

Nel caso in cui il datore di lavoro abbia indicato un codice fiscale errato già l’operatore dello Sportello Unico che riceve il pagamento dovrebbe essere in grado di segnalare l’errore in base alla procedura dell’inserimento dei dati. In ogni caso, il codice fiscale errato è poi automaticamente corretto in base ai dati presenti all’anagrafe tributaria corrispondenti al nominativo e alla data di nascita inseriti nell’F24.
Eventuali altri errori saranno sanati, ove possibile, in sede di convocazione presso lo Sportello Unico. Si evidenzia, comunque, l’obbligatorietà di inserire il numero del documento del lavoratore che deve essere lo stesso che verrà poi indicato in domanda.


 

E' possibile presentare la domanda di emersione per uno straniero che abbia presentato domanda per il riconoscimento di rifugiato?  (faq Min.Interno)

Si, è possibile.


 

E' possibile presentare la domanda di emersione, come datore di lavoro, da uno straniero che ha il permesso di soggiorno come rifugiato?  (faq Min.Interno)

Si, è possibile. Il datore di lavoro dovrà, comunque, essere in possesso dei requisiti richiesti per poter accedere alla procedura di emersione dal lavoro irregolare (alloggio, reddito o documentazione sanitaria attestante il bisogno di assistenza, etc).


 

E' possibile regolarizzare un lavoratore extracomunitario con permesso di soggiorno stagionale?

Si. Se il lavoratore ha prestato la propria attività come colf o badante, la cosa è possibile. La regolarizzazione va presentata tramite il Ministero dell'Interno.


 

Se il datore di lavoro guadagna 21.000 € e all’interno del nucleo familiare c’è un altro componente percettore di reddito pari a 3.000 € è possibile fare domanda di emersione o tale richiesta è respinta in quanto il nucleo familiare non raggiunge almeno 25.000 € ?  (faq Min.Interno)

Qualora il datore di lavoro raggiunga il reddito di 20.000 € non è richiesta alcuna integrazione del reddito da parte di eventuali familiari conviventi percettori di reddito. Infatti, il limite di 25.000 € di reddito è richiesto solo se il datore di lavoro non raggiunge autonomamente il tetto di 20.000 € e debba integrare il proprio reddito con quello di un altro familiare convivente.


 

Che valore ha, per il lavoratore, la ricevuta della presentazione della domanda di regolarizzazione?  (faq Min.Interno)

La ricevuta della presentazione della domanda di regolarizzazione, scaricabile dal sito internet del Ministero dell'Interno, sostituisce - temporaneamente - il permesso di soggiorno e va presentata, all'occorrenza, agli organi di polizia che ne facciano richiesta a seguito di un controllo.


 

E’ possibile regolarizzare la posizione di badanti e colf che da tempo presenti sul territorio nazionale abbiano per un breve periodo interrotto il rapporto di lavoro per raggiungere i propri familiari nella patria di origine?  (faq Min.Interno)

Sì, in quanto il rapporto di lavoro domestico prevede il diritto ad usufruire di permessi per ferie, malattia, visite mediche etc. che non interrompono il rapporto di lavoro.


 

Un figlio non convivente con i genitori può presentare istanza di emersione dal lavoro irregolare a favore di una colf che presta servizio presso i genitori stessi?  (faq Min.Interno)

Sì, se lo stesso è in grado di soddisfare il requisito del reddito richiesto per l’assunzione di una colf. Il reddito dei genitori non può essere cumulato in quanto non conviventi.


 

E’ consentita la domanda di emersione per un lavoratore irregolare impiegato presso una pluralità di datori di lavoro per un numero di ore settimanali che cumulativamente supera il monte ore previsto, mentre per ogni singolo datore di lavoro non raggiunge il limite minimo delle 20 ore settimanali?  (faq Min.Interno)

No, è possibile soltanto l’assunzione da parte di un unico datore di lavoro per un numero minimo di ore settimanali non inferiore a 20.


 

E’ possibile presentare la domanda di emersione per una colf o una badante con cui esiste un rapporto di coniugio o parentela?  (faq Min.Interno)

Sì, la domanda di emersione può essere presentata, in quanto l’esistenza di un vincolo di parentela o affinità con il lavoratore non esclude la sussistenza di un contratto di lavoro domestico (art. 1 comma 3 D.P.R. n. 1403\71; circolare INPS n. 1255 del 19 giugno 1972) purché il rapporto di lavoro sia provato ed in presenza della relativa retribuzione.
Si precisa che, nel caso del coniuge, il rapporto di lavoro domestico è possibile soltanto quando il datore di lavoro abbia menomazioni tali da renderlo non autosufficiente e per le quali sia stata riconosciuta l’indennità di accompagnamento; pertanto, in tali ipotesi, la domanda di emersione può riguardare soltanto le badanti.
L’assistenza prestata al coniuge, infatti, rientra tra i doveri reciproci posti dalla legge (art. 142 c.c.) e solo la condizione di una grave menomazione può giustificare l’instaurazione di un rapporto di lavoro domestico. Anche nel caso di genitori e figli la cura e l’assistenza si intendono, normalmente, prestate per affezione. Infine, si chiarisce che l’onere di provare l’esistenza del rapporto di lavoro domestico ricade sul datore di lavoro.

 


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